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CLOWN E DISABILITA’
“Gioco con il mio clown” – laboratorio ludico-creativo
Se è vero che essere clown significa tirare fuori la parte più fanciullesca, innocente, sincera e spontanea che noi tutti custodiamo, allora ai ragazzi diversamente abili non c’è nulla da insegnare: loro hanno queste doti e ce le regalano quotidianamente, siamo noi che spesso non sappiamo coglierle.
Infatti le dinamiche sociali in cui viviamo, man mano che diventiamo adulti, ci impongono di assumere un atteggiamento “serio”. Ma se invece fosse proprio il contrario della serietà a dirci veramente qualcosa della nostra essenza più profonda? Se fosse l’ingenuità a liberarci da quella paura di essere giudicati che ci condiziona?
Questi gli obbiettivi di un corso sul clown che si basa fondamentalmente sull’accettazione del nostro essere con tutti i difetti, perché in terra non esiste essere “perfetto”. Ed allora perché vergognarsi di mostrare apertamente e senza inibizioni il nostro lato-clown?
Il mio desiderio è quello di creare un ambiente protetto dove giocare con il proprio clown in un’atmosfera di entusiasmo, leggerezza e libertà. Un’esperienza ludico-creativa che porti i ragazzi ad essere spontaneamente ciò che sono, ovvero degli esseri umani ultra-sensibili, dotati di caratteristiche infantili che li rendono ancora più unici.
In altri termini il mio ruolo è quello di organizzare e condurre delle lezioni suddivise in due parti. Nella prima si facilitano, attraverso dei giochi di socializzazione, i rapporti e la fiducia tra i ragazzi. Ed ancora si lavorerà sul ritmo, l’ascolto, la coordinazione e la consapevolezza.
Nella seconda parte invece ci concentreremo di più sull’aspetto creativo. Il laboratorio prevede infatti la realizzazione di veri e propri numeri-clown che potrebbero essere rappresentati, come saggio finale, in una serata dove i ragazzi avranno la possibilità di esprimere le proprie emozioni che risulteranno sempre autentiche e pertanto di forte impatto comunicativo.
Credo sostanzialmente che un percorso del genere farebbe bene a noi tutti, perché come diceva Bernard Shaw “L’uomo non smette di giocare perché invecchia ma invecchia perché smette di giocare” e nell’universo del clown la parola chiave è proprio il gioco.
Dott. Andrea D’Amico
Gennaio 2019